22 Lug Nonnasballo / Mirko Zullo
Una nonna speciale. Ma non chiamatela nonna.
Ecco la Milvia, una nonna fuori dal comune.
Recensione Nonnasballo di Mirko Zullo. Non fatevi ingannare dalla copertina dai colori sgargianti: con questo romanzo, sì, si sorride, ma si riflette anche. E ci si commuove.
E’ un mondo (quasi) tutto al femminile quello che Zullo racconta nel suo romanzo: Michelle, protagonista, figlia, Gianna, sua madre con la quale ha un rapporto a dir poco conflittuale e la nonna Milvia (che non vuole essere chiamata nonna), perno della famiglia pur nella sua stravaganza.
Nonnasballo è il soprannomme che Michelle ha affibbiato alla Milvia, sia perché ama ballare, sua passione fin da piccola, ma anche perché ultimamente inizia a dimenticare le cose e a perdere qualche colpo.
L’Alzheimer
Nella storia entra in scena così la malattia, una delle più terribili: l’Alzheimer, che progressivamente cancella i ricordi e l’identità di chi ne soffre. Zullo suddivide la narrazione secondo gli stadi del progressivo degenerare. Tema di grande attualità e che tocca da vicino così tante vite, stranamente poco affrontato dalla letteratura contemporanea.
Eppure la malattia è proprio ciò che permette alla famiglia di Michelle di giungere al confronto e alla verità su segreti sepolti negli anni (con colpi di scena garantiti).
Il paese
La storia è ambientata in un paesino di provincia, del quale non ci viene rivelato il nome. Ma potrebbe essere ovunque. Ci sono gli anziani, il parroco, la cappelletta, gli anziani, i pettegolezzi: insomma tutto quello che caratterizza la vita delle piccole cittadine italiane.
Non ci sono solo Milvia e il suo nucleo, ma molte vite si intrecciano strappandoci spesso anche qualche sorriso.
Mi ha stupita la capacità dello scrittore di immergersi in personaggi femminili in modo credibile e sincero. La storia è originale e per nulla scontata. La Milvia è una nonna che entra senza nessuna difficoltà nel cuore di tutti. Una lettura che sicuramente sorprenderà.
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