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La verità sul caso Harry Quebert: le dieci differenze tra il romanzo e la serie tv / Meg racconta

"Come si fa a odiare la pioggia? Non ho mai visto niente di così bello"

Enorme successo per il libro, del 2012, di Joel Dicker, grande attesa e poi ottime critiche per la serie tv in Italia proposta da Sky a partire dallo scorso 20 marzo, con Patrick Dempsey nel ruolo del protagonista. Non è stato per nulla facile trovare le dieci differenze tra il romanzo “La verità sul caso Harry Quebert” e l’omonima serie tv.

L’ambientazione è esattamente come l’avevo immaginata leggendo il libro. Molto coerenti le caratterizzazioni dei personaggi, i luoghi, le atmosfere. La regia di Jean-Jacques Annaud è estremamente fedele alla storia.

Da appassionata di libri e di serie tv, però, non ho potuto evitare di impugnare la lente di ingrandimento dell’investigatore e andare a cercare almeno dieci differenze. Sono sicura che salteranno all’occhio di chi ha letto il romanzo e visto le dieci puntate della serie. Anzi, forse ne troverete anche molte di più. Per questo attendo i vostri commenti.

Intanto, consigliandovi sia di leggere il libro che di seguire la serie tv, vi svelo i risultati delle mie ricerche.

1. Il biglietto di Nola

Marcus, giovane e goffo scrittore, nella biblioteca del suo mentore trova un vecchio biglietto di Nola. Si tratta dell’appuntamento per fuggire insieme. Nel libro si tratta di un pensiero molto più lungo e articolato, nella serie, invece, il messaggio è stringato. Il numero della stanza del motel è identico, la n.8, ma cambia l’ora. Nel libro l’appuntamento era alle 19, nella serie tv alle 20! Stanza 8 alle 8 suonava probabilmente meglio per gli sceneggiatori.

2. La rivelazione di Harry

Subito dopo il ritrovamento del biglietto, nel libro Harry svela di aver amato Nola e che lei è scomparsa, confidandosi con l’amico. Nella serie tv, invece, si limita a definirla una persona che ha conosciuto. Marcus scopre della sparizione da un ritaglio di giornale e i due si lasciano in malo modo. Credo che sia una scelta dettata dalla volontà di rendere ancora più misterioso e intrigante il rapporto tra lo scrittore e la ragazzina.

3. Le prove da distruggere

Ai migliori investigatori il dettaglio non sfuggirà. Harry, nel romanzo, indica a Marcus le prove da bruciare scrivendo l’elenco sul taccuino che il ragazzo si è portato in carcere. Nella fiction, invece, arriva con un biglietto nascosto nella mano, che gli passa furtivamente. Anche perché nella fiction a questo punto Marcus ha già il registratore che usava all’università per incidere le parole di Harry e quindi non ha portato con sé alcun taccuino. Nel libro il registratore arriva, ma più avanti.

4. La proposta

Marcus appare molto meno idealista nel libro. Quando Doug gli propone di scrivere il suo nuovo libro sul caso Quebert, accetta dopo qualche (breve) tentennamento. Chiede anche al suo agente come se secondo lui “è possibile innamorarsi di una quindicenne”. Nella fiction, invece, rifiuta la proposta, ribadendo di trovarsi lì solo per aiutare Harry. Addirittura, più avanti nella storia, difende lo scrittore quando il sergente Gahalawood lo accusa di aver avuto con una relazione con una quindicenne, Marcus ribatte: “il fatto che la amasse non significa che avesse una relazione con lei”.

5. Il 4 luglio

Una sera cruciale, nella storia, è quella dell’Indipendence Day. Harry si trova tra due fuochi: Nola, sempre più legata a lui, e la bella Jenny, con la quale ha un appuntamento. Nel libro la scena in cui Nola lo invita per un pic nic sulla spiaggia è molto più intensa. Lei gli dichiara il suo amore, si arrabbia, lui la trascina verso la Chevrolet nera, lei piange. Nella fiction, invece, la ragazza non oppone resistenza e se ne va senza protestare a piedi, mostrando di credere alla bugia che Harry le ha raccontato dell’incontro con il suo editor.

6. L’ospedale

Nola è ricoverata in ospedale. Harry si presenta nella sua stanza. Nel libro la ragazza cerca di cacciarlo via, litigano, poi lui si inginocchia e lei lo perdona. Una scena drammatica e articolata. Ben più veloce e simbolica, invece, quella che vediamo nella serie tv. Harry entra mentre Nola dorme. Lascia sul comodino i fiorellini che lei giorni prima gli aveva fatto trovare sulla porta di casa. Quando lei si sveglia, trova i fiori e capisce.

7. I pattini

Dopo la rottura, Jenny incontra Harry che corre all’alba. Nel libro, la ragazza sta camminando per andare al lavoro e gli rivela di amarlo ancora. Aggiunge che Travis è soltanto un amico per lei. Nella fiction, invece, Jenny arriva sui pattini. Dice a Harry di non amarlo più. Ormai Travis è il suo fidanzato.

8. Il furto delle pagine

L’editore chiama Marcus per avvisarlo che le prime 50 pagine del nuovo attesissimo libro sono state rubate e che sono già in possesso delle redazioni dei principali giornali americani. Nel libro il modus operandi dei ladri è un po’ retro: le pagine vengono portate via dal cassetto della scrivania di Barnaski. Più moderna invece la soluzione televisiva: il computer dell’editore viene hackerato.

9. La moto del reverendo

C’è una evidente differenza anche al funerale di Nola. Nel libro il reverendo Kellegan arriva sulla sua inseparabile moto fino alla tomba. Nella fiction, invece, è vestito elegante, con un completo grigio e non compare nessuna moto.

10. Il personaggio mancante

Come dicevo sopra, i personaggi del libro e della serie tv sono veramente somiglianti nella caratterizzazione, nei modi di comportarsi, addirittura nell’abbigliamento. Ma ce n’è uno che sparisce completamente nella serie tv: si tratta del dottor Travis, lo psicanalista di Tamara e di Harry. Effettivamente, rileggendo il libro, non si tratta di un personaggio funzionale alla trama, se non per caratterizzare ancora meglio Tamara e, secondo me, anche per depistare i lettori nella caccia al colpevole.

In conclusione, posso dire che, come al solito, anche questa volta mi è piaciuto di più il libro. Lo so, ormai è scontato. Ma volete mettere la possibilità di immaginare i gabbiani anziché vederli? E comunque credo che la serie tv sacrifichi la struttura di meta-romanzo che rende prezioso “La verità sul caso Harry Quebert”, che ritengo un grande omaggio, anche ironico e spietato, alla musa della letteratura.

Le mie recensioni sui libri di Dicker:

 

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