17 Nov La morte delle api / Lisa O'Donnell
È Natale. È il mio quindicesimo compleanno. Ho sepolto i miei genitori. Non li rimpiangerò
Marnie e Nelly, le sorelle che entreranno nel vostro cuore
RECENSIONE LA MORTE DELLE API DI LISA O’DONNELL
E’ una storia di quelle che non si dimenticano velocemente quella che Lisa O’Donnell racconta ne “La morte delle api”. Per il suo primo romanzo la scrittrice ha scelto temi forti, uno spaccato sociale devastante.
Marnie e Nelly sono due sorelle che non hanno potuto vivere un’infanzia normale, che non sanno cosa siano la tenerezza e la spensieratezza.
Così, quando scoprono che i loro genitori sono morti, decidono di seppellirli in giardino. Non vogliono rischiare di finire in mano agli assistenti sociali e probabilmente di venire separate.
Pur nella periferia di Gasglow dimenticata da tutti, due ragazzine abbandonate attirano comunque l’attenzione. I professori cominciano a fare domande. In tanti chiedono a Marnie e Nellie che fine abbiano fatto i loro genitori.
E poi… arriva Lennie
Marnie e Nellie non si accorgono di essere tenute d’occhio dal loro vicino, Lennie. Ormai anziano, anche Lennie deve convivere con i fantasmi del suo passato.
Un piccolo passo alla volta, vince la diffidenza delle ragazze e inizia a prendersi cura di loro, offrendo l’amore e le attenzioni che non hanno mai ricevuto. I loro genitori, Izzy e Gene, erano infatti sempre troppo impegnati a drogarsi e ubriacarsi.
Marnie ha 15 anni e attende con ansia il suo sedicesimo compleanno per poter essere riconosciuta dalla legge come tutore della sorellina. Ha dovuto crescere troppo in fretta, beve e si ubriaca e ha già esperienze terribili anche per un’adulta alle spalle. La sua intelligenza è sopra la media e a scuola ha ottimi risultati.
Nellie vive in un mondo a parte. Non ha amiche, si rifugia nel rapporto con sua sorella e Lennie. Ha un disperato bisogno di essere amata. Parla in un linguaggio aulico e raffinato per una ragazzina, suona divinamente il violino. Non ci si può non innamorare del suo personaggio.
La vita degli ultimi
Nella sua narrazione O’Donnell non risparmia nulla al lettore. Dettagli macabri, un’atmosfera cupa, spesso fradicia di pioggia, e descrizioni spietate.
“Grazie per esserti impiccata, Izzy, e averci facilitato il compito di spostare il tuo cadavere nella carbonaia” dice Marnie rivolgendosi alla propria madre.
Marnie e Nellie vivono in un mondo di immigrati che lottano per sopravvivere, di spacciatori, di morte e di violenza. La scrittura è perfettamente coerente con il mondo che racconta. La scrittrice recala anche momenti ironici ed è riuscita, tra la commozione, anche a strapparmi una risata.
Consiglio la lettura di questo romanzo a chi ama la letteratura non scontata, non banale, che non ha paura di affrontare temi forti. Per me è stata una sorpresa inattesa.
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