12 Gen La casa senza ricordi / Donato Carrisi
"Nessuno vuole veramente ascoltare ciò che hanno da dire i bambini"
Recensione La casa senza ricordi di Donato Carrisi
Ho affrontato la lettura del secondo libro dedicato all'”addormentatore di bambini” Pietro Gerber senza troppe aspettative. Ultimamente ero un po’ delusa dai libri di Donato Carrisi, dal suo gioco di illusioni nel quale trascina il lettore e che a volte può essere esasperante.
Non questa volta, almeno non per me. La casa senza ricordi è il seguito de La casa delle voci. Ancora una volta si parla di ipnosi sui bambini. Ma questo secondo libro mi ha coinvolta molto più del primo. Lo si legge in un paio di giorni, divorando le pagine per scoprire cosa succederà dopo e come si sveleranno tutti i misteri. Il finale è aperto, come spesso accade, ma questa volta al lettore vengono date più risposte e una spiegazione coerente e logica di tutta la storia.
Le tecniche di ipnosi che vengono descritte nel thriller sono tutte vere e raccolte dalla testimonianza di due professionisti che vogliono restare anonimi. Lo comunica Carrisi alla fine del libro. Un mondo del quale non conoscevo pressoché nulla e che quindi mi ha coinvolta molto. Tanto che io stessa mi sono chiesta come sia facile perdersi nelle illusioni prodotte dalla nostra mente e dal nostro inconscio. Con il timore che credo sia normale di andare a scavare negli abissi della propria mente e scoprire cose di noi che abbiamo voluto dimenticare o ignorare.
Quindi, una lettura che consiglio a chi voglia perdersi nelle pagine di un buon thriller, molto psicologico.
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La trama
Un bambino senza memoria viene ritrovato in un bosco della Valle dell’Inferno, quando tutti ormai avevano perso le speranze. Nico ha dodici anni e sembra stare bene: qualcuno l’ha nutrito, l’ha vestito, si è preso cura di lui. Ma è impossibile capire chi sia stato, perché Nico non parla. La sua coscienza è una casa buia e in apparenza inviolabile. L’unico in grado di risvegliarlo è l’addormentatore di bambini. Pietro Gerber, il miglior ipnotista di Firenze, viene chiamato a esplorare la mente di Nico, per scoprire quale sia la sua storia. E per quanto sembri impossibile, Gerber ce la fa.
Riesce a individuare un innesco – un gesto, una combinazione di parole – che fa scattare qualcosa dentro Nico. Ma quando la voce del bambino inizia a raccontare una storia, Pietro Gerber comprende di aver spalancato le porte di una stanza dimenticata. L’ipnotista capisce di non aver molto tempo per salvare Nico, e presto si trova intrappolato in una selva di illusioni e inganni. Perché la voce sotto ipnosi è quella del bambino. Ma la storia che racconta non appartiene a lui.
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