02 Ott Fai uno squillo quando arrivi / Stella Pulpo
Storia (molto verosimile) di una trentenne di oggi
RECENSIONE FAI UNO SQUILLO QUANDO ARRIVI DI STELLA PULPO
Essere una trentenne nel 2017 è immensamente più facile e immensamente più difficile rispetto a qualche decina di anni fa. La libertà di scegliere cosa fare della propria vita è oggi un diritto acquisito (e meno male!) ma mette una giovane donna di fronte a millemila possibilità. La carriera, il matrimonio, i figli. Essere trentenne a Milano è ancora più difficile. Cosa vuole una trentenne del 2017? Posso rispondere con le parole dell’autrice del romanzo, che ho avuto il piacere di incontrare e intervistare: “Tutto”.
Volere “tutto” significa cercare la realizzazione nel lavoro, l’amore, i figli, gli amici, il divertimento. Significa non accontentarsi. Nina, protagonista di “Fai uno squillo quando arrivi“, pugliese trapiantata a Milano, è alla ricerca della felicità e del suo posto nel mondo. Tra il suo pezzo di cuore a Taranto e il suo nuovo status di milanese (che ha conquistato a fatica), combatte con il ricordo di Alessandro (detto anche PDM), l’ex fidanzato, grande amore della sua vita, e la voglia di ricominciare a vivere.
Quello che potrebbe sembrare scontato, in questo romanzo, non lo è. Se pensate di trovare una risposta all’eterna domanda: “Si può dimenticare colui che abbiamo amato con tutte noi stesse ed essere di nuovo felici?” beh non la troverete. Però troverete tante altre interessanti domande. L’idea vincente dell’autrice è quella di far assumere a PDM una droga sintetica che è in grado di far tornare la mente indietro del tempo. E così l’ex di Nina si convince di vivere negli Anni ’90, quando non c’erano gli smartphone e i genitori ti raccomandavano: “Fai uno squillo quando arrivi”.
Negli Anni ’90 i fidanzati ti mandavano mazzi di fiori e compilation personalizzate. Non c’era Spotify e si stava al telefono per ore. Si scrivevano ancora le lettere, con carta e penna. E così Nina, tornata in Puglia per le vacanze, deve affrontare il vuoto di memoria di Alessandro. E i fantasmi del suo passato: avrà il coraggio di chiudere la porta sulla storia che le ha spezzato il cuore e guardare avanti?
Il finale è aperto, il che mi fa pensare che Stella stia pensando a un seguito. Ottima scrittura, con uno stile leggero per affrontare concetti anche profondi. Ci sono diversi piani di lettura. Sullo sfondo di Taranto c’è l’Ilva e ci sono i morti di tumore. C’è anche un quadro molto realistico della vita milanese, dove puoi sperimentare la solitudine più estrema, ma anche trovare infinite possibilità.
E poi la questione cruciale: cosa ci portiamo dentro delle storie passate? Esiste un solo grande amore nella vita che è in grado di farti toccare le stelle e trascinarti in fondo all’abisso? E chi verrà dopo sarà solo qualcuno che saprà farci “stare bene”?
Con ironia e solo apparente leggerezza, Stella Pulpo descrive la realtà attuale. Di “Fai uno squillo quando arrivi” ho apprezzato soprattutto la verità, che si intravede in ogni singola parola. Aspettiamo il sequel.
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