05 Dic Piano americano / Antonio Paolacci
"Scrivere è una meraviglia, ma essere scrittori è orribile"
Il romanzo che non sarà mai scritto
RECENSIONE PIANO AMERICANO DI ANTONIO PAOLACCI
La letteratura italiana contemporanea ha ancora qualcosa di nuovo da dire? Per Piano Americano, il non-romanzo di Antonio Paolacci, la risposta è sicuramente sì.
Decisamente non convenzionale, dalla trama complessa e ardita ma sempre in equilibrio, Piano Americano è un’ottima prova di scrittura. Con qualcosa da dire. I piani si intrecciano, le storie si riflettono come in un gioco di specchi, il lettore viene coinvolto nel vortice della storia, curioso di sapere quale sarà il finale della storia che l’autore non scriverà mai.
Perché tutto parte dalla decisione del protagonista, l’alter-ego dell’autore, uno scrittore che decide di non scrivere più. Proprio mentre stava progettando il suo grande romanzo, l’opera più impegnativa della sua vita. Tuttavia, raccontando parallelamente la propria crisi esistenziale, tra l’abbandono della scrittura e l’imminente nascita del suo primo figlio, svela ciò che aveva pensato di scrivere in “Piano americano”.
La trama
Nel romanzo che l’autore avrebbe dovuto scrivere, il personaggio principale sarebbe stato il sosia di uno dei più noti (per varie vicende) uomini politici della storia italiana. Un sosia che, però, ha una straordinaria caratteristica: nessuno lo nota, e chi lo vede pochi istanti dopo si dimentica della sua esistenza.
Solo sulla pellicola (cinematografica o fotografica) la sua immagine con l’indredibile somiglianza rimane impressa. Un gruppo di amici ha un’idea geniale: girare un cortometraggio che abbia protagonista il sosia in situazioni molto imbarazzanti. E diffonderlo come una sorta di video apocrifo sulla gioventù del politico, compromettendone così l’immagine definitivamente.
Il cinema e la psicanalisi
Come l’immagine del cinema può condizionare la nostra mente, il nostro comportamento, il nostro modo di vedere e interpretare la realtà?
In “Piano americano” l’autore ripercorre alcune pietre miliari della storia del cinema, come ad esempio la scena della doccia di “Psycho”, il capolavoro di Alfred Hitchock, o “Il grande dittatore di Charlie Chaplin”.
La critica all’editoria contemporanea
Dura e spietata la critica di Paolacci alla situazione dell’editoria italiana. “Ho pubblicato libri e racconti ed è stato sempre squallido confrontare la fatica del lavoro con il suo valore oggettivo, con il mondo esterno, con l’editoria da prodotto di massa, con il pubblico e la stampa”.
“Piano americano” sta entusiasmando i lettori, grazie al passaparola. Segno che l’interesse per chi ha qualcosa di nuovo da scrivere c’è ancora.
L’autore, con una scrittura precisa, lineare e pulita riesce a mantenere il giusto equilibrio e la coerenza in una trama tutt’altro che semplice. L’ironia è la chiave principale, anche se a tratti Paolacci è quanto mai serio.
Nessun commento